0.4: Il plurale della 1a e 2a declinazione. Analisi della frase

0.4: Il plurale della 1a e 2a declinazione. Analisi della frase


Le terminazioni dei nomi latini ne indicano la funzione sintattica, ma anche il numero: sinora abbiamo studiato l’uso dei casi al singolare, ma per ciascuno di essi esiste anche, naturalmente, il plurale. Queste le tabella di sintesi:

Prima declinazione: puella, “la ragazza”

sing.plur.
nom.puellpuell-ae
gen.puell-aepuell-ārum
dat.puell-aepuell-is
acc.puell-ampuell-as
voc.puellpuell-ae
abl.puellpuell-is

Seconda declinazione: taurus, “il toro”

sing.plur.
nom.taur-ustaur-i
gen.taur-itaur-ōrum
dat.taur-otaur-is
acc.taur-umtaur-os
voc.taur-etaur-i
abl.taur-otaur-is

Come si vede, con le nuove desinenze aumentano i casi di possibile ambiguità: ad es. la forma domini termina in -i, e non si potrà automaticamente essere sicuri se si tratti di un genitivo singolare, o di un nominativo/vocativo plurale della seconda declinazione. Il contesto, tuttavia, è come al solito di grande aiuto: ad esempio, la presenza di un verbo al singolare richiede un soggetto al singolare, e la possibilità che domini sia un nominativo plurale andrà quindi esclusa.
Analogamente, poetis termina in -is, che è desinenza di dativo e ablativo sia della prima che della seconda declinazione. Per sapere quale delle due appartenga poetis, se la memoria non basta occorrerà consultare il dizionario, che elenca i nomi al nominativo singolare: e lì troviamo la forma poeta (1a decl.) ma non poetus (2a decl.).

L’analisi della frase

Il contesto quindi, e solo in seconda istanza il dizionario, aiutano nell’analisi di una frase – che ovviamente deve sempre precedere ogni tentativo di traduzione. Nel condurre l’analisi, sarà buona norma iniziare identificando il verbo, e aiutandosi anche con il numero del verbo (sing. o plur.) identificare poi il soggetto; poi procedere a identificare il complemento oggetto (sempre che il verbo non sia intransitivo o passivo, nel qual caso è impossibile trovare un complemento oggetto!), e infine gli altri complementi. Naturalmente, il complemento oggetto non è sempre necessariamente presente, anche se il verbo è transitivo; e anche il soggetto può essere sottinteso, come accade quasi sempre quando esso consiste in un pronome personale di prima o seconda persona.

Il plurale del verbo

Finora abbiamo usato soltanto la 3a persona singolare del presente indicativo, riconoscibile dalla terminazione -t; adesso introduciamo anche la 3a persona singolare, che ha la terminazione -nt. Per il verbo “essere” già conosciamo la 3a pers. sing. est; nei prossimi esercizi useremo anche la 3a plurale sunt. Le altre forme saranno affrontate in una prossima lezione.

Esercizi di memorizzazione

Prima ancora di iniziare a fare gli esercizi a correzione automatica proposti qui di seguito, è bene acquisire una buona sicurezza nella declinazione dei nomi della 1a e 2a declinazione (“declinare” significa elencare tutti i casi di un nome, prima al singolare e poi al plurale). Potete fare questo andando nel menu “Strumenti” di questo sito, e scegliendo “nomi”, che è il primo tra gli esercizi proposti. Nella finestra che si apre, anzitutto scegliete “1a declinazione” dal menu a tendina in basso, e poi declinate (ovviamente per iscritto) il nome che vi viene proposto. Alla fine, cliccate su “Verifica” per controllare gli eventuali errori, evidenziati in rosso, e proseguite con un altro nome. Quando avete raggiunto una buona sicurezza con la 1a declinazione, passate alla seconda (qui potrete trovare dei nomi il cui nominativo termina in -er, -ir o -um: li studieremo in una lezione futura, e per il momento potete semplicemente ignorarli) . Si può dire che avete raggiunto una buona sicurezza quando siete in grado di declinare tre o quattro nomi di fila senza errori.